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PFAS: Unica soluzione è l’Osmosi Inversa

L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), l’agenzia contro il cancro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha valutato la cancerogenicità dell’acido perfluoroottanoico (PFOA) e dell’acido perfluoroottanosolfonico (PFOS).

Quante volte ci ripetono che l’acqua del rubinetto è buona, super controllata, economica e amica dell’ambiente? Periodicamente le Amministrazioni, attraverso il Sistema Sanitario della Regione Veneto, eseguono le analisi delle acque immesse nel sistema idrico urbano, vigilando in tal modo che i livelli presenti di sostanze inquinanti e nocive sia sempre sotto controllo.

Ma per chi vive nel territorio sa bene che il pericolo è sempre imminente e che i valori di inquinamento possono variare, sia  a seguito dei fattori climatici che per le attività industriali.

La cronaca parla chiaro: diverse infatti sono state le inchieste giornalistiche che hanno sollevato il problema facendo emergere una situazione preoccupante: la presenza nella rete idrica di un alto tasso di PFAS, situazione poi accertata anche dalle analisi effettuate nel territorio.

Lo scorso dicembre l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (AIRC), e l’Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS) hanno valutato e dichiarato ufficialmente la pericolosità e l’alto tasso di cancerogenità dell’acido perfluoroottanoico (PFOA) e dell’acido perfluoroottanosolfonico (PFOS). A novembre 2023, infatti, un gruppo di lavoro di 30 scienziati provenienti da 11 paesi si è riunito a Lione, in Francia, per finalizzare la valutazione della cancerogenicità di questi due agenti: PFOA e PFOS, compresi i loro corrispondenti isomeri e sali.

Cosa sono PFAS, PFOS e PFOA?

Sulla Pagina dell’ OMS si legge : “le sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS) è il nome collettivo di un ampio gruppo di composti fluorurati, utilizzati in un’ampia gamma di applicazioni, come i propellenti per aerosol; solventi; pesticidi; agenti antischiuma; trattamenti superficiali per prodotti tessili, cuoio, muratura, carta e cartone; agenti livellanti in vernici, rivestimenti e cere; plastica; lubrificanti e grassi; e schiume antincendio.

I più studiati tra questi PFAS sono l’acido perfluorottano solfonico (PFOS) e l’acido perfluoroottanoico (PFOA) . Sebbene la stabilità di PFOS e PFOA, nonché le loro proprietà tensioattive, li rendano utili nelle applicazioni industriali e di consumo, vi sono preoccupazioni circa la loro persistenza e il loro impatto sull’ambiente e sulla salute umana, come risultato dell’esposizione attraverso l’uso diffuso di queste sostanze chimiche. L’acqua potabile è una delle numerose fonti ambientali di esposizione umana ai PFAS, insieme all’esposizione attraverso gli alimenti, all’uso nei prodotti di consumo e alle esposizioni professionali”.

 Ma andiamo per ordine e spieghiamo di cosa stiamo parlando:

Le PFAS sono sostanze chimiche che possono contaminare l’acqua potabile e avere effetti negativi sulla salute. In Italia la regione più contaminata da PFAS è il Veneto, in particolare un’area che ha per centro il comune di Lonigo e che comprende 30 Comuni delle province di Verona, Vicenza e Padova, su cui insistono 350.000 abitanti. Il caso era esploso all’inizio del 2017 dopo l’indagine dell’ASL locale che, a seguito del riscontro di elevati quantità di questi inquinanti nell’acqua potabile, aveva sollecitato le famiglie a sottoporre a screening ragazzi e ragazze dai 14 anni in su. I risultati di quelle analisi hanno rivelato livelli di concentrazioni di PFAS nel sangue di gran lunga superiori ai valori allora ammessi. Tant’è che l’esito di quegli esami determinò la costituzione del Comitato Mamme No PFAS, inizialmente composto dalle sole madri, ma in seguito da padri e altri portatori di interesse.

Un’indagine preliminare di laboratorio, pubblicata lo scorso novembre e condotta dall’Istituto di Ricerca sulle Acque del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IRSA) e da Greenpeace Italia, ha rivelato che alimenti comuni come pasta o riso (alimenti che assorbono più acqua durante la lessatura) se cotti in acqua contaminata da PFAS possono diventare a loro volta fonte di questi pericolosi inquinanti, sfatando un luogo comune secondo cui l’ebollizione ridurrebbe la loro presenza.

Quali sono i rischi per la salute?

Gli effetti sulla salute di queste sostanze sono sotto indagine: al momento, sono considerati tra i fattori di rischio per un’ampia serie di patologie. Si ritiene che i PFAS intervengano sul sistema endocrino, compromettendo crescita e fertilità, e che siano sostanze cancerogene. Non si tratta di sostanze dagli effetti immediati: si ritiene invece che la lunga esposizione sia in relazione con l’insorgenza di tumori a reni e testicoli, lo sviluppo di malattie tiroidee, ipertensione gravidica e coliti ulcerose. Alcuni studi hanno ipotizzato una relazione tra le patologie fetali e gestazionali e la contaminazione da queste sostanze.

Quali sono le soluzioni proposte?

Ai cittadini residenti nelle zone che presentano alti tassi di inquinamento, la Regione Veneto mette a disposizione gratuitamente la plasmaferesi, un trattamento di lavaggio del sangue. La plasmaferesi è una procedura ben nota ai donatori di sangue, che consente di separare il plasma, la componente liquida del sangue, dalla componente cellulare e rimuovere le sostanze dannose. Questa tecnica permette di separare la componente liquida del sangue (il plasma) dalla componente cellulare e rimuovere le sostanze dannose.

Questo però non previene e né risolve il problema. Per avere la certezza che in casa, in ufficio e nella tua azienda venga erogata acqua pura l’unica soluzione è data dall’installazione degli impianti di Osmosi Inversa. 

L’osmosi inversa, rappresenta in assoluto il mezzo più efficace per purificare l’acqua dai vari inquinanti. Le membrane usate nell’osmosi sono generalmente fatte in poliammide, sostanza scelta principalmente per la sua permeabilità all’acqua e la relativa impermeabilità alle varie impurità disciolte. I pori delle membrane per l’osmosi inversa sono di 0,0001 micron, per cui tutti gli inquinanti presenti nell’acqua (pesticidi, metalli pesanti, Pfas/Pfoa, sottoprodotti della disinfezione, tensioattivi, diossine, farmaci, ritardanti di fiamma, Policlorobifenili (PCB), idrocarburi polici- clici aromatici (IPA), Bisfenolo A, solventi, detersivi, sostanze radioattive etc.) non potranno attraversare le membrane, verranno, quindi, raccolti a parte e verranno espulsi nella via di scarico.

Esiste, quindi, una tecnologia che produce inquinamento ed è asservita al dio denaro (oltre 140 mila sostanze chimiche industriali che prima o poi possono inquinare il nostro ambiente di vita e di lavoro), ma esiste anche una tecnologia al servizio di una economia che promuove salute e benessere, che risolve in modo estremamente efficace il problema dell’inquinamento invisibile ed estremamente diffuso dell’acqua potabile.

I nostri impianti di Osmosi Inversa garantiscono di avere dai rubinetti dell’acqua potabile, un’acqua veramente libera da veleni di ogni tipo, con un’efficacia che, per la stragrande maggioranza delle sostanze presenti nell’acqua, superano generalmente il 95%. Quest’acqua è sicuramente la migliore come qualità e va usata sia per bere che per cucinare. Si, anche per cucinare, perché noi mangiamo anche l’acqua con i cibi.

Non ti resta che chiedere gratuitamente e senza alcun impegno una consulenza da parte del nostro personale esperto, che sarà a tua disposizione per qualsiasi dubbio o chiarimento.  COMPILA IL MODULO sottostante e nel breve tempo verrai contattato dai nostro personale. 

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fonte: https://www.thelancet.com/journals/lanonc/article/PIIS1470-2045(23)00622-8/fulltext

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